Se affrontare la maturità a 19 anni non è proprio uno scherzo, figuriamoci a 41. Con una famiglia alle spalle e tante cose a cui badare. Questa è la magnifica storia della monteronese Rita Del Vecchio. Sposata e mamma di due figli di 10 e 12 anni, ha preso il diploma quest’estate. E come se non bastasse è riuscita anche a “maturarsi” con il massimo punteggio. Una vera impresa, anche se per lei non è proprio così: “le donne straordinarie son ben altre -afferma Rita - Tipo Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Oriana Fallaci. Solo per citarne alcune. Piuttosto, per quanto mi riguarda parlerei invece di un cambiamento evolutivo. Ognuno di noi può trovarsi in un particolare momento della vita in cui sente il bisogno di crearsi una nuova opportunità, magari per uscire da una situazione di stallo o semplicemente perché sente che è giunto il momento di evolversi. Mi è capitato spesso ascoltare persone lamentarsi della routine lavorativa, della vita noiosa, ma alla mia affermazione “sei ancora in tempo per cambiare”, la risposta è stata sempre la stessa: paura! Ecco io non ho avuto paura, ma coraggio di rimettermi in gioco; l’età per me non è che soltanto un dato anagrafico e soprattutto non credo esista un’età per riprendere ciò che si è interrotto”.
Il ritorno agli studi di Rita inizia 3 anni fa, con l’iscrizione al corso serale di OSS (Operatore Socio Sanitario) promosso dall’ISIIS Scarambone. Un’esperienza che, a sua detta, le ha dato l’opportunità di conoscere persone straordinarie ed un corpo docenti dall’ineccepibile professionalità. La scelta della scuola non è stata infatti così difficile: “Sono sempre stata una persona molto curiosa e molto dinamica capace di reinventarmi – afferma Rita - ho fatto mille lavori diversi per poter essere indipendente, e questo mi ha permesso di fare numerose esperienze, tra queste la più importante è stata quella di trasferirmi in Canada per un anno, presso la casa dei miei zii che cercavano una ragazza alla pari che parlasse in italiano ai miei cuginetti. Qui ho avuto la possibilità di entrare in un corso avanzato d’inglese presso l’Università di Edmonton, che al mio rientro in Italia mi ha aperto le porte del primo lavoro “serio” presso una società che si occupa di ricerche cliniche sui farmaci sperimentali. Un’esperienza fantastica che ho deciso di lasciare qualche anno più tardi per dedicarmi alla famiglia. Così non appena i ragazzi sono cresciuti ho pensato che era il momento giusto per tentare una nuova strada, e mentre cercavo su internet diversi corsi professionali, ho trovato la “mia scuola”, oserei dire quasi una seconda famiglia. Per me ed altri colleghi, la scelta intrapresa, è nata dalla voglia di voler acquisire nuove competenze professionali”. Inoltre, avendo dei figli di età scolare, ha così potuto confrontarsi sia da genitore che da alunna. Tenendo a sottolineare che la sua scelta non è stato per nulla al mondo una scorciatoia, al contrario di quanto l’opinione pubblica potrebbe pensare: “E’ una scuola a tutti gli effetti – continua Rita - si frequentano lezioni per 5 giorni la settimana con lezioni dalle 15 alle 20 e si studiano le stesse materie del diurno con conseguenti test di verifica mensili, ovviamente l’ordinamento prevede una serie di agevolazioni sulle frequenze e sul programma di studio, ma bisogna tenere presente che gli esami per conseguire la maturità vengono svolti regolarmente assieme a quelli del diurno, senza nessuno sconto. I plichi ministeriali sono gli stessi per tutti. ”. Ed ancora: “La scuola offre diversi strumenti come la piattaforma on-line “weSchool” – aggiunge -Che però è stata utilizzata solo da una docente, con gli altri invece abbiamo usato strumenti più tradizionali per ridurre i tempi dello studio. Ma ciò, ripeto, non significa avere sconti sul programma. In alcuni momenti è stata dura. Qualche disciplina ha richiesto un notevole dispendio di tempo ed energie”. Tempo che sicuramente non sarà mancato davanti i fornelli: amante della cucina, romana di nascita e leccese di adozione, Rita ci ha confessato di sperimentare spesso. Unendo i piatti tipici laziali a quelli della tradizione salentina. Una cuoca a tempo pieno insomma. Ma soprattutto una mamma esemplare. Gli anni di studio, infatti, non hanno intaccato minimamente le attenzioni rivolte alla famiglia: “Fortunatamente in casa mia tutti fanno tutto per il bene comune- afferma Rita - Ho un marito straordinario con cui vi è una grande collaborazione. L’aspetto fondamentale che vorrei mettere in luce è che, ancora oggi la donna è vissuta in uno stato di subalternità inconsapevole; ingabbiata sempre nei soliti ruoli, e credo sia necessaria una maggiore presa di coscienza per estirpare questa cultura ancora ben radicata. E’ il momento di liberarsi dagli stereotipi”.
Uscire con 100, per Rita ha significato portare a termine un traguardo sperato: “Ci vuole un enorme impegno – continua Rita - costanza e spirito di sacrificio. Nel mio caso direi doppio, nonostante la grande collaborazione da parte di mio marito, il percorso non è stato sempre facile. Soprattutto quando qualcuno mi ha fatto sentire in colpa del tempo che toglievo alla mia famiglia. Ma io ho tirato dritto perché sapevo che tutto ciò non corrispondeva alla verità. Ogni giorno che mi recavo a scuola per seguire le lezioni, o per eseguire i test di verifica al mio rientro la mia famiglia era lì pronta ad ascoltarmi, come io ho sempre ascoltato loro nelle rispettive esperienze quotidiane”. Ed infine: “La loro presenza nel giorno dell’ultima prova – conclude Rita - ovvero il colloquio, è stata per me di vitale importanza. Avere il sostegno della mia famiglia mi ha ripagato di tutto. Ma ciò che più di ogni cosa mi ha riempito il cuore di gioia è stato: “Mamma siamo una grande squadra!”. E’ l’importanza della condivisione e collaborazione all’interno del nucleo familiare”.