Il campione del mondo Francesco Moser è tornato al Velodromo degli Ulivi di Monteroni, dove nel 1976 conquistò l’oro nell’inseguimento individuale. Una celebre pista da decenni ormai in rovina. E che continua a vivere solo nei cassetti della memoria e nelle foto d’epoca.

Eppure, c’è chi canta fuori dal coro. “A che serve rifare il Velodromo? Si devono accontentare ancora altri progettisti e altre imprese? Ormai il ciclismo su pista è uno sport fin troppo di nicchia. Basta, quindi, con lo spreco di denaro pubblico per qualcosa che non serve.

Sono intrisi di amarcord i ricordi di chi ha vissuto “in diretta” i mondiali del settembre 1976 al Velodromo degli Ulivi: “la pagina più bella della storia di Monteroni”. A distanza di quarant’anni, la realtà di un impianto disastrato fa a pugni con i flashback dei bei tempi che furono: una struttura fiore all’occhiello del ciclismo nazionale, da almeno due decenni emblema invece del degrado, manco fosse ostaggio di una maledizione.

“Spero che il Velodromo degli Ulivi di Monteroni rinasca presto, se coperto meglio ancora. Vi prometto che sarò qui per l’inaugurazione”. Francesco Moser tira la volata per la ristrutturazione del glorioso impianto, dove nel 1976 si laureò campione del mondo conquistando l’oro nell’inseguimento individuale.

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